ESERCITAZIONE (sull'equilibrio del Sistema economico, consumi, risparmi e investimenti)
Quale scuola di pensiero sosteneva l’automatico raggiungimento della piena occupazione dei fattori produttivi?
Secondo la Scuola neoclassica, quando il sistema di mercato si trova in regime di libera concorrenza, i fattori produttivi raggiungono la piena occupazione automaticamente attraverso il movimento dei prezzi. Di conseguenza, c’è sempre l’uguaglianza tra reddito effettivo e reddito potenziale (domanda e offerta)
Secondo Keynes per assicurare il pieno impiego dei fattori produttivi cosa occorre?
Keynes, a differenza della Scuola tradizionale, sosteneva che il sistema è di regola di sottoccupazione e non di piena occupazione. Solo occasionalmente può raggiungere la piena occupazione. Normalmente raggiunge un equilibrio di sottoccupazione, ovvero un reddito effettivo inferiore al reddito potenziale. In conclusione, quando la domanda aggregata (consumi e investimenti) è insufficiente, deve intervenire lo Stato attraverso l’intervento pubblico (politica di bilancio di tipo espansiva).
Se all’aumentare del reddito da 1.500 a 1.700 miliardi, i consumi aumentano da 1.200 a 1.350 miliardi, la propensione marginale al consumo a quanto è pari? Esegui il calcolo e dimostra.
Incremento del reddito è pari a 200; l’incremento dei consumi è pari a 150; per calcolare la propensione al consumo si deve fare il rapporto tra 150: 200 = 0,75.
Che cos’è la propensione media al consumo? Come si calcola?
La quota di reddito che la collettività mediamente, in un anno, destina al consumo. Essa si ottiene dal rapporto tra consumi globali : reddito globale.
Stiamo attraversando un periodo di crisi economica, la domanda aggregata è bassa, rispetto ai periodi precedenti. Lo Stato, in base all’articolo 4 della Costituzione è titolato all’intervento nel Sistema economico per sostenere la crescita e l’occupazione. Inoltre, in base all’articolo 81 della Costituzione il Parlamento, con legge, deve approvare il bilancio preventivo dove deve stabilire tributi (entrate) e spese (uscite).
A tuo avviso, constatata la difficoltà economica, che tipo di politica di bilancio deve essere esercitata, per sostenere la domanda aggregata e assicurare più crescita e maggiore occupazione?
L’azione governativa deve esercitare una politica di bilancio di tipo espansiva, ovvero: incrementare la spesa pubblica e diminuire il livello dei tributi.
Secondo la Scuola tradizionale (i classici e i neoclassici) sia il risparmio che gli investimenti da che cosa dipendono? Invece per Keynes?
In base alla Scuola tradizionale sia il risparmio, sia gli investimenti dipendono dal tasso di interesse se aumenta crescono i risparmi, diminuiscono i consumi e diminuiscono pure gli investimenti;
secondo Keynes sia i consumi, sia i risparmi dipendono dal livello del reddito. Se quest’ultimo tende ad aumentare crescono pure i consumi, ma meno che proporzionale rispetto all’incremento del reddito. Invece, i risparmi all’aumentare del reddito crescono più che proporzionale. Il livello degli investimenti oltre a tenere conto del tasso d’interesse si basano sul livello di profitto atteso. La quantità ottima dell’investimento è in funzione dell’efficienza marginale del capitale e del tasso d’interesse
Spiega il livello dei consumi da che cosa dipende secondo la teoria tradizionale e secondo la visione keynesiana.
Secondo la teoria tradizionale, i consumi variano in funzione inversa al tasso di interesse. invece secondo Keynes il consumo non dipende dal tasso di interesse, C = C (i) , ma dal livello del reddito C= C(Y). Tuttavia, Keynes precisa che il consumo aumenta all’aumentare del reddito in modo meno che proporzionale, invece il risparmio cresce all’aumentare del reddito in maniera più che proporzionale. Come si è detto Egli fa una distinzione tra propensione media al consumo e propensione marginale al consumo, in merito alla collettiva, ed è importante per gli effetti che produce sul moltiplicatore.
per esempio: una famiglia possiede in un primo periodo un reddito annuo, pari a 20.000 euro e consuma per 30.000 euro; l’anno successivo l’operatore famiglia incrementa il reddito a 40.000 euro e decide di destinarlo interamente al consumo, 40.000 euro C = Y; in un altro anno seguente, il reddito cresce ulteriormente e raggiunge l’importo di 50. 000, mentre il consumo corrisponde a 42.000 euro.
Per risolvere e rispondere al quesito, bisogna costruire la rappresentazione grafica, secondo la funzione keynesiana del consumo, e dare dimostrazione dei tre casi distinti
Nel primo caso abbiamo un risparmio negativo di 10.000, segmento BC, ovvero la famiglia ricorre al prestito bancario, perché l’ammontare di reddito è insufficiente per soddisfare i bisogni della famiglia;
Nel secondo caso la famiglia non ha alcun risparmio, il reddito prodotto viene interamente destinato a soddisfare i vari bisogni familiari, come è dimostrato dal punto di equilibrio E (la curva del consumo interseca la bisettrice, ovvero quest’ultima contiene i punti dove reddito e consumi sono perfettamente uguali);
Nel terzo caso la famiglia riesce a conseguire un risparmio pari al segmento GH (reddito 50.000- 42.000 di consumi = 8.000 di risparmio).
Si supponga che il Sistema si trovi in una situazione di equilibrio di sottoccupazione, ovvero che i fattori produttivi non siano pienamente occupati (insufficienza della domanda aggregata). L’azione governativa, a sostegno della domanda, decide di incrementare la spesa pubblica di 10 miliardi; posto che la propensione al consumo sia pari a 0,78 (ovvero che il 78 % del reddito viene destinato al consumo).
A quanto ammonta il moltiplicatore? Di quanto potrebbe aumentare il Reddito nazionale? Si dimostri il tutto graficamente commentandolo.
Il moltiplicatore ammonta 4,545; 10 miliardi x 4,545 = 45,45 miliardi
Percorso da seguire: per ricavare la formula del moltiplicatore si parte dall’equazione del reddito nazionale che è data da Y = C + I; si prosegue e si ricava la formula del moltiplicatore; si effettua la sostituzione; trovato il moltiplicatore, si segnala a quanto ammonta il suo valore, effettuato il prodotto con l’incremento di spesa pubblica, si indica a quanto presumibilmente ammonterà il reddito nazionale. Infine, si dimostri il tutto graficamente costruendo il grafico spesa-reddito con il relativo commento.
Primo step, Y= C+I
C dipende/ e funzione del Reddito, poiché poniamo che i consumi siano pari a una frazione costante del reddito e possiamo scrivere così che C = cY. c, costituisce la propensione al consumo (su 1 euro di reddito la famiglia è disposta a spendere 0,78 -centesimi-. I restanti 0,22 – centesimi-, intende risparmiarli);
sostituendo avremo: Y = cY+I. Risolvendo l’equazione, spostiamo cY al primo membro cambiandolo di segno con il segno negativo, avremo Y- cY = I; mettendo in evidenza Y avremo: Y( 1- c) = I
Dividendo il primo membro e il secondo membro dell’equazione tutto per ( 1- c) otteniamo
Questa è la formula del moltiplicatore. Applichiamo la sostituzione
ora si deve fare il prodotto tra il valore del moltiplicatore, 4,5454 x 10 miliardi di incremento di spesa pubblica = 45, 454 miliardi di incremento presunto del reddito nazionale.
Secondo step, la rappresentazione grafica
SPESA (domanda aggregata)
REDDITO
Terzo step, commento.
Il reddito nazionale prima della spesa pubblica, come dall’esempio della rappresentazione grafica, ammontava a 150 miliardi. La decisione dell’azione governativa di effettuare una politica di bilancio di tipo espansiva, ovvero aumentare la spesa pubblica di 10 miliardi (finanziandola con il ricorso al debito pubblico, emissioni di titoli di Stato e causando così un disavanzo del bilancio dello Stato) fa accrescere, presumibilmente, il reddito nazionale di 45,454 miliardi. Di conseguenza, si arriverà a un livello del reddito complessivo di 195,454 Miliardi. Inoltre, si crea un nuovo equilibrio contrassegnato dal punto D. Tutto questo ragionamento macroeconomico trova fondamento quando la domanda aggregata risulta insufficiente, ovvero che il reddito effettivo è inferiore al reddito potenziale. L’intervento pubblico agisce sulla domanda aggregata, secondo la teoria keynesiana, attraverso una maggiore spesa pubblica e corregge e inverte il ciclo economico che si trova in una fase discendente o invece lo rafforza se si è in una fase di crescita economica debole e del tutto modesta rispetto alle potenzialità del Sistema economico italiano.
Cosa si potrebbe dire dei singoli componenti della domanda aggregata, sapendo che la sua equazione è: Y= C+ I + X – M?
C indica sia il consumo privato delle famiglie, sia quello collettivo dei vari Enti della Pubblica Amministrazione. La domanda di beni e servizi viene formulata per appagare gli innumerevoli e svariati bisogni che i membri dell’operatore famiglia avvertono; il consumo può essere immediato (le derrate alimentari: arance, mandarini, prosciutto pane, vino..) e durevole (il frigorifero, la lavastoviglie, i mobili, l’automobile…;
I riguarda gli investimenti privati delle imprese. Ogni impresa per attivare il ciclo della produzione e produrre beni e servizi, oltre alla forza lavoro e le materie prime, ha bisogno di macchinari, impianti, attrezzature… Quest’ultimi costituiscono il capitale fisso; Ogni volta che l'imprenditore decide di acquistare uno di questi beni accresce la domanda degli investimenti e di conseguenza accresce la domanda aggregata come del resto fa il consumatore;
G La spesa pubblica. Lo Stato deve garantire ai cittadini i servizi essenziali (ordine pubblico, trasporto pubblico, giustizia sanità, infrastrutture … Per fare questo deve domandare beni e servizi alle imprese, mentre alle famiglie domanda forza lavoro ed eroga salari e stipendi. L’aumentare della spesa pubblica si traduce in un aumento della domanda aggregata;
X l'esportazioni. In regime di economia aperta, dove si da luogo a una molteplicità di operazione con l’estero, le esportazioni (X) che avvengono tra gli operatori economici interni e il resto del mondo comporta un incremento della domanda della domanda aggregata, interna, di beni di consumo, servizi e investimenti proveniente da soggetti economici non residenti (dal resto del mondo).
M le importazioni. Al contrario, le importazioni causano una diminuzione di tale spesa interna, perchè non si domandano beni all'interno, ma si ricorre all'operatore estero. Il saldo, che si ottiene dalla Bilancia commerciale, è dato dalla differenza tra esportazioni e importazione, che da luogo alle esportazioni nette effettuate nell’arco di tempo, solitamente un anno. Tale saldo può essere positivo o negativo, provocando due effetti diversi: 1) accresce la spesa interna e di conseguenza aumenta anche il PIL; 2) decresce la spesa interna e di conseguenza diminuisce anche il PIL.
Y = C + I rappresenta la posizione di equilibrio tra il reddito nazionale e la domanda aggregata.
Come si rappresenta graficamente?
Non sempre si realizza l’uguaglianza tra il Reddito nazionale (offerta) e i consumi e gli investimenti (domanda). Si ponga che l’offerta sia superiore alla domanda Y > C + I.
Come si rappresenta graficamente? in quale punto risulta la posizione di disequilibrio? Che vuoto genera? Cosa accade ai prezzi?
Dalla rappresentazione grafica è evidente che l’offerta è superiore alla domanda generando, così, un vuoto deflazionistico. All’interno del sistema economico, si assiste a un calo dei prezzi, deflazione;
Può verificarsi che la domanda sia superiore alla l’offerta Y < C + I.
Come si rappresenta graficamente? in quale punto risulta la posizione di disequilibrio? Che vuoto genera? Cosa accade ai prezzi?
Al contrario del caso antecedente si può verificare un eccesso di domanda sull’offerta generando un vuoto inflazionistico che provoca, all’interno del Sistema economico, una spinta verso un aumento dei prezzi, mettendo in moto l’inflazione.
Perché lo Stato interviene in Economia?
Fatta premessa che lo Stato fino alla grande Crisi del 29' non era interventista e vigeva la legge degli sbocchi. A seguito del protrarsi della spaventosa crisi economica è stata messa in atto la teoria keynesiana e man mano si è assistiti a un passaggio dalla finanza neutrale a quella congiunturale, fino all’affermarsi della finanza funzionale (ammette il disavanzo di bilancio negli anni, introdotta da Keynes). Infatti, in mancanza di alternative spontanee degli automatismi del mercato, l’unica soluzione per uscire dalla crisi fu di mettere in atto un massiccio intervento dello Stato in Economia. In modo da poter ripristinare sia il sentiero della crescita economica, sia di abbassare drasticamente la disoccupazione dilagante.
Le ragioni che inducono lo Stato verso l’intervento pubblico nel sistema economico riguardano i seguenti casi:
a) assicurare il funzionamento del mercato (i pubblici poteri devono stabilire la proprietà, garantire il rispetto dei contratti, assicurare l’ordine pubblico, la giustizia, le infrastrutture e svolgere l’attività legislativa per regolare al meglio le relazioni che intercorrono tra gli operatori economici, esempio: contratto di lavoro tra impresa-Stato-famiglia; tributi: Stato-famiglia-impresa);
b) far fronte ai fallimenti del mercato per causa della presenza di: concentrazione dell’offerta, beni pubblici, esternalità e asimmetrie informative;
c) attenuare le altalenanti fasi dell’andamento del ciclo economico, dovute principalmente alle fluttuazioni della domanda globale, allo scopo di: accrescere il reddito nazionale, diminuire la disoccupazione e stabilizzare i prezzi (politica economica: monetaria e di bilancio);
d) redistribuire le risorse, siccome la Collettività ritiene ingiusta l’allocazione efficiente raggiunta dal mercato, si cerca di riportare a maggiore equità e giustizia la distribuzione del reddito, allo scopo di diminuire la forte sperequazione dei redditi e attenuare la disuguaglianza, presente all’interno della società;
e) intervento nei settori chiavi dell’Economia, attraverso imprese pubbliche.
Quali sono gli strumenti della Politica economica?
Quando materialmente lo Stato interviene in economia, per le ragioni esposti in precedenza, si mette in atto una branca importante dell’Economia, la Politica economica. Tuttavia è opportuno precisare che oltre all’azione governativa (Governo, Parlamento ed Enti locali), contribuiscono, nell’esercizio della Politica economica, altri attori (le Autorità monetarie, le Organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro, gli organismi sovrannazionale, l’UE, e gli organismi internazionali) gli strumenti utilizzati per raggiungere i fini sono :
La politica monetaria
Nell’area euro è esercitata, in regime di monopolio, dalla BCE (autorità monetaria che non dipende da alcuna autorità governativa). Essa decide, liberamente, se eseguire politiche monetarie espansive o restrittive e quindi aumentare o diminuire l’offerta di moneta. l'orientamento è in base al movimento dei prezzi (il tasso di inflazione, nell'area euro, che la BCE si prefigge di mantenere è il 2%, come sancito dal Trattato europeo).
La politica di bilancio o fiscale
È esercitata dalle autorità governative di ciascun Paese dell’UE. Tuttavia, nel rispetto delle regole imposte dal Trattato e sotto la sorveglianza della Governance europea (il semestre europeo). La politica di bilancio, con riferimento alle fasi del ciclo economico, può essere di tipo espansiva (aumento della spesa pubblica finanziata dal disavanzo di bilancio e, quando è possibile, diminuzione del prelievo fiscale) o restrittiva (taglio della spesa pubblica e/o aumento del prelievo fiscale).
La politica dei redditi
Per combattere l’inflazione, oltre le politiche monetarie, devono essere coinvolte le parti sociali attraverso la politica dei redditi che consiste in un accordo tra rappresentanti lavoratori, rappresentanti degli imprenditori e governo (tavolo di concertazione). Infatti, si cerca di creare un giusto equilibrio nel contenimento della crescita: dei salari e dei prezzi. Il governo dovrebbe esercitare la più appropriata politica fiscale e la BCE applicare un’equilibrata politica monetaria per contenere i prezzi prossimi al 2%, come stabilito dal Trattato UE.
La politica industriale
Lo Stato, tramite il parlamento che detiene il potere legislativo, può emanare dei provvedimenti atti a sviluppare e migliorare le condizioni del sistema industriale dell’intero Paese.
I mezzi disponibili per rendere più efficiente e competitiva la politica industriale italiana sono:
• incentivi finanziari e fiscali a sostegno di industrie già esistenti e per promuovere lo sviluppo di attività industriali in settori e aree geografiche (in Italia sono state adottate varie misure e interventi a sostegno sia nell’area del Mezzogiorno, sia nelle aree depresse del Centro-Nord e in vari settori bisognosi d’intervento);
• lo sviluppo della rete delle infrastrutture pubbliche per sostenere la crescita industriale del Paese. In quest’ambito l’Italia presenta una forte dualità: il Nord si aggiudica un tasso elevato di infrastrutture, dalle vie di comunicazione fino alle telecomunicazione, che le consente di comunicare e competere con qualunque altro paese avanzato; invece, il Sud rimane con un tasso infrastrutturale mortificante e con promesse fatte fin dal dopoguerra e mai mantenute (il ponte sullo stretto tra Messina e Reggio Calabria, l’autostrada Taranto Reggio Calabria, i collegamenti autostradali in Sicilia che sono molto insufficienti, i porti, gli aeroporti, gli interporti che sono pochi, non del tutto attrezzati e poco funzionanti. Tutte queste barriere artificiali, se non rimosse, non consentono di dar luogo, in maniera adeguata, ai collegamenti per lo sviluppo del commercio nazionale e internazionale). Inoltre, le reti di trasporto e le telecomunicazioni non sono paragonabile a quelli del Nord. In fine, l’alta velocità non si sa quando giungerà in alcune Regioni del Mezzogiorno, mentre il Settentrione d' Italia già si avvale.
• la ristrutturazione industriale (sconta consistenti ritardi e l'industria 4.0 e poca diffusa nei vari comparti produttivi) e la riqualificazione del personale (l'art.35 della Costituzione è abbastanza disatteso)…
Quali sono gli obiettivi che si pone di raggiungere la Politica di bilancio o fiscale messa in atto dell’azione governativa?
I principali obiettivi che la Politica di bilancio tende a conseguire sono:
• sostenere e quindi stabilizzare la domanda aggregata con riferimento alle fasi del ciclo economico;
• redistribuzione dei redditi per contenere la sperequazione reddituale, generata dal mercato, attraverso l’imposizione fiscale (molti stati, in merito all’imposta sul reddito, adottano un regime progressivo e non colpiscono i redditi bassi, elargiscono sussidi e sostengono i redditi più bassi, tutto ciò per rendere giustizia sociale);
• aumentare e sviluppare la crescita economica attraverso la destinazione di maggiori risorse su servizi pubblici strategici per il Paese (Istruzione, formazione, trasporti, comunicazione e infrastrutture).
Da che cosa è dato il risparmio totale di una Collettività?
Dal risparmio privato più il risparmio pubblico, di cui si ottiene il risparmio totale.
Nel nostro Paese la fonte del risparmio perviene, principalmente, dall’operatore famiglia. Le imprese contribuiscono, ma in periodi di crisi economica il loro contributo è molto ridotto.
Oltre il risparmio privato, si deve tenere conto del risparmio pubblico che è dato dalla differenza fra entrate correnti (tributi riscossi) e le spese correnti (le spese per il mantenimento dello Stato e l’erogazione dei vari servizi pubblici essenziali concessi ai cittadini e alle imprese). Tuttavia, da questa differenza non si riesce a ottenere un risparmio pubblico. Invece si assiste a continui disavanzi di bilancio che progressivamente, negli anni, hanno dato luogo al problematico debito pubblico tra il più alto in Europa, soltanto dopo la Grecia. Infatti, nel 2020 è stato stimato intorno ai 2.603 miliardi e il rapporto debito/Pil , a fine anno 2020, presumibilmente si attesterà nella misura del 158%, mentre nel 2019 era del 138%.
Da che cosa dipende il livello degli investimenti?
secondo i Neoclassici dal livello del tasso di interesse, quando quest’ultimo cresce il volume degli investimenti diminuisce e viceversa. Invece secondo Keynes dipende dai profitti attesi che ne derivano dall’investimento. paragonando la somma dei profitti attesi e la somma dei costi che si devono sostenere per effettuare tale investimento, da questo confronto, ne deriva la decisione se intraprendere o meno l’investimento in questione.
Che cosa s’intende per efficienza marginale del capitale?
dato che i rendimenti dell’investimento abbracciano un lasso di tempo futuro a volte molto esteso, bisogna attualizzarli.
Si applica il tasso di sconto (come si fa nell’anticipo delle cambiali attive quando si portano in banca per essere scontate e ottenere la somma di denaro prima della scadenza stabilita nel titolo di credito) al flusso futuro dei rendimenti, in merito a quel determinato investimento, ottenuto il valore attuale si confronta con il costo iniziale dell’investimento. se d questo paragone emerge che si riesce, almeno, a coprire interamente il costo che si deve affrontare per l’investimento, si procede all'investimento futuro, altrimenti non si da luogo all’investimento.
La quantità ottima dell’investimento è in funzione a che cosa?
Dipende dall’efficienza marginale del capitale e del tasso di interesse.
A quanto ammontano percentualmente i consumi delle famiglie, i consumi collettivi, gli investimenti fissi lordi in Italia?
Si deve fare la ricerca sul sito Istat, personalizzare e adattare i dati richiesti, estrarli su un foglio di lavoro Excel. Dopo si inserisce un grafico a linee, un diagramma a torta o istogrammi per dar luogo a una rappresentazione grafica chiara e rappresentativa che dimostri l’entità dei dati macroeconomici richiesti.
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