IL CICLO ECONOMICO
Esiste una distinzione dei vari tipi di cicli?
“Sì, i cicli brevi hanno durata dai 2 ai 4 anni, denominati anche cicli di Kitchin (dal nome dell’economista inglese);
i cicli propriamente detti, chiamati anche cicli di Juglar (dal nome dell’economista francese) hanno durata variabile dai 4 ai 10 anni;
i cicli lunghi o cicli di Nikolai Kondratieff (economista Russo che riconobbe al capitalismo una stabilità di lungo periodo, in conflitto con le teorie comuniste fu incriminato… Morì nel 1930 in un campo di concentramento sovietico in Siberia). Suggerisco un’approfondita ricerca su questo economista e, magari, per coloro i quali vogliono approfondire, possono fare ricorso al suo libro: “The Long Waves in Economic Life”. Infatti, in letteratura si sta sviluppando un crescente interesse verso l’analisi dei cicli di lungo periodo”.
È possibile, per analogia accostare il ciclo economico alle stagioni dell’anno?
“Sì, analizzando le imprese, da un punto di vista pragmatico, emerge che ci sono periodi in cui intraprendere un’attività economica sembra più accessibile, gli imprenditori più abili e quelli meno esperti riescono a vendere e ad ampliare le dimensioni aziendali. Gli affari appaiono positivi, discreti, buoni e per alcune imprese eccellenti.
Si comprende che l’economia sta crescendo e si è in una fase espansiva del ciclo economico (un’ondata di ottimismo, Stuart Mill). Infatti, si crea una situazione di ottimismo, gli imprenditori incrementano la domanda di beni d’investimento (perché quelli attuali sono obsoleti, si prevede che ci sarà un incremento della domanda dei beni di consumo anche per diventare più competitivi e realizzare, così, maggiori profitti) e assumono più dipendenti. Come noto dalla teoria economica, attraverso l’azione del moltiplicatore quest’aumento degli investimenti porta a un incremento del reddito più che proporzionale.
I lavoratori diventano più forti contrattualmente perché la disoccupazione decresce e attraverso l’azione sindacale rivendicano aumenti salariali. Di conseguenza aumentano i prezzi dei beni di consumo poiché continua a crescere la domanda di tali beni e perché le imprese vogliono assicurarsi il medesimo profitto. Gli imprenditori continuano a investire e chiedono sempre più prestiti alle banche. Di riflesso aumenta, pure, il tasso d’interesse (le autorità monetarie per contenere l’inflazione adottano politiche monetarie restrittive).
In borsa iniziano le speculazioni. Infatti, molti operatori vendono titoli azionari in portafoglio, giacché hanno realizzato consistenti plusvalenze e acquistano titoli a reddito fisso. Le quotazioni azionarie tendono a decrescere. Le imprese meno solide, che hanno dato luogo a consistenti investimenti, iniziano a non essere nelle condizioni di pagare sia per l’aumento dei salari, sia per l’incremento dei tassi d’interesse. Pian piano parecchie imprese diventano insolventi fino a sfociare in procedure fallimentari.
Nei vari settori economici si propaga un certo senso d’incertezza perché alcune imprese che sono fallite non pagano altre imprese. Man mano si diffonde un certo grado di scetticismo nell’incasso delle vendite. E le imprese riducono le vendite fino a raggiungere una situazione di pessimismo (un’ondata di pessimismo, Stuart Mill). Le imprese iniziano a licenziare e aumenta la disoccupazione; la domanda d’investimento diminuisce e il ricorso ai prestiti bancari si riduce, di conseguenza si abbassa il tasso d’interesse; diminuisce pure la domanda dei beni di consumo e si diffonde la crisi entrando in una fase di recessione/depressione e così via … Con questo meccanismo si creano le alternanze che danno luogo alle fluttuazioni del ciclo economico. In analogia è da menzionare che come nel ciclo ci sono periodi di espansione e recessione, pertanto, anche nell’anno si alternano periodi migliori e periodi peggiori”.
Nel sistema economico è inevitabili l’alternanza del ciclo economico?
“L’alternanza dei cicli economici è connaturato ai sistemi capitalistici. Tuttavia, il nostro sistema economico è a economia mista. Oltre al mercato e a fronte dei fallimenti di quest’ultimo (in presenza di beni pubblici, esternalità e asimmetrie informative) c’è l’intervento pubblico in economia. Infatti, lo Stato interviene non solo per garantire la difesa, l’ordine pubblico e la giustizia ma mira a stabilizzare le fluttuazioni del reddito, redistribuire il reddito e garantire i beni meritori. Quest’alternanza di periodi di “vacche grasse” e periodi di “vacche magre” è inevitabile. In ogni caso, il tempestivo e corretto intervento dello Stato in economia, attraverso corrette politiche anticicliche, può contenere il periodo di lunghe e profonde crisi e rendere meno acute le impennate e le ricadute del ciclo economico”.
Come si rappresenta il ciclo economico nel sistema degli assi cartesiani? Quali sono le fasi?
“Nel grafico sottostante sull’asse delle ascisse è segnato il tempo (espresso in anni), invece sull’asse delle ordinate è riportato il prodotto nazionale o il PIL.
PRODOTTO
NAZIONALE
TEMPO ESPRESSO IN ANNI
L’andamento del ciclo economico assomiglia a una curva sinusoidale. Si assiste a una successione di fasi di crisi, recessione, ripresa, espansione. Come si può notare, da questa ideale rappresentazione grafica, l’alternarsi di crisi e riprese economiche sono insite del ciclo economico, perché il reddito effettivo e inferiore al reddito potenziale...
La linea tratteggiata è il trend. Quest’ultima rappresenta in sintesi l’andamento dell’economia che, nonostante gli alti e bassi, tende a crescere. Infatti, il punto di partenza e diverso dal punto d’arrivo".
È evidente dal grafico che i cicli economici sono simili ma variano per la loro ampiezza, perché?
“In un sistema economico i livelli di occupazione e di produzione sono variabili; il ciclo economico oscilla e provoca l’instabilità dell’economia. Parecchi economisti hanno spiegato il perché di queste fluttuazioni (William Stanley Jevons idealizzò la teoria delle macchie solari, mentre John Stuart Mill sviluppò il ragionamento di ondate di ottimismo e pessimismo ecc.). Le ragioni di tali oscillazioni dipendono da fattori esogeni ed endogeni e le principali cause possono essere:
gli eventi straordinari (terremoti, alluvioni, condizioni avverse climatiche, guerre e altro);
la tecnologia, il verificarsi di nuove scoperte tecnologiche (le due rivoluzioni industriali e l’avvento della terza rivoluzione industriale, l’innovazione tecnologica);
l’instabilità della domanda aggregata (soprattutto segnata dalla volatilità degli investimenti)”.
Cosa deve fare nel breve periodo l’azione governativa?
“Deve intervenire per evitare le forti oscillazioni del ciclo che causano l’aumento della disoccupazione”.
Nel lungo periodo?
“Assicurare, il più possibile, l’aumento del tasso di crescita dell’economia.”
Che cos’è la politica anticiclica? Chi la esercita?
“La politica anticiclica serve per attenuare le fluttuazioni del ciclo economico ed è costituita da un insieme di strumenti che lo Stato mette in atto (dalla Teoria generale di Keynes emergono tre strumenti: la politica della spesa pubblica; la politica monetaria e creditizia; la politica fiscale).
Nelle fasi depressive del ciclo lo Stato esercita una politica di bilancio di tipo espansiva, per far crescere la domanda aggregata, che consiste: nell’aumentare la spesa pubblica, senza accrescere contemporaneamente i tributi, addirittura riducendo la pressione fiscale. In ogni caso, le autorità governative devono trovare la copertura alla maggiore spesa pubblica che s’intende compiere. La via è il ricorso all’emissione del debito pubblico che copre il disavanzo di bilancio. Congiuntamente, le autorità monetarie (nell’area euro la BCE) accompagnano con politiche monetarie espansive (aumento dell’offerta di moneta). Politiche opposte, invece, sono esercitate dalle autorità governative e monetarie, quando il ciclo economico si trova in una fase estremamente espansiva e l’inflazione aumenta in maniera eccessiva.”
Commenti
Posta un commento