Il consumo delle famiglie

La tradizione keynesiana pone, nel breve periodo, che il Pil effettivo dipende dalla domanda. Infatti, le imprese, prima di stabilire il loro ammontare di produzione, analizzano attentamente l’andamento della domanda  attesa. Se quest’ultima cresce, anche gli imprenditori sono disposti ad aumentare il loro volume di produzione e viceversa. 

Per semplificare l’analisi economica, immaginiamo che il modello economico esula dall’operatore estero e il sistema economico opera in regime di economia chiusa. La formula della domanda è la seguente:  D = C+I+G.

Le scelte degli imprenditori di aumentare sia la forza lavoro, sia il numero di impianti/macchinari dipende dall’incremento dei componenti della domanda. 

A questo punto, si deve capire da che cosa dipendono i componenti  della domanda. Dopo, è necessario individuare le cause delle scelte dei consumatori, delle imprese e dello Stato. Tutto ciò, allo scopo di comprendere come si realizza, in un anno, il reddito nazionale all’interno del sistema economico.

Analisi dell’operatore famiglia (le scelte dei consumatori in merito al consumo di beni e servizi)
Partiamo dal presupposto che ogni famiglia ha a disposizione un reddito disponibile (al netto delle imposte).  Proviamo a formulare delle domande.

Il reddito disponibile come viene impiegato?

“Una gran parte è destinato al consumo e quello che rimane al risparmio.”

Cosa accade man mano che aumenta il reddito?

“Aumenta sia la domanda di beni di consumo,  sia il risparmio.”

In economia si parla di propensione marginale al consumo (c) che cos’è? Come si calcola?

"La propensione al consumo è uno degli aspetti centrale dell’economia, può essere esaminata sia per la singola famiglia, sia per l’intera collettività ed è il rapporto fra l’incremento del  consumo e l’incremento de reddito; c = incremento del consumo/incremento del reddito”.


CASO CONCRETO

REDDITO
CONSUMO
RISPARMIO
PROPENSIONE MARGINALE AL CONSUMO (c)
PROPENSIONE MARGINALE AL RISPARMIO
10.000
8000
 2.000
-
-
20.000
14.000
 6.000
0,6
0,4
30.000
20.000
10.000
0,6
0,4
40.000
26.000
14.000
0,6
0,4

Esempio
L’incremento del consumo è dato da: 14.000-8.000= 6.000;
l’incremento del reddito è dato da: 20.000-10.000 = 10.000;
la propensione al consumo (c) = incremento del consumo/incremento del reddito (6.000/10.000=0,6).
la propensione al risparmio (s):  1- 0,6 = 0,4  oppure (4.000 : 10.000 = 0,4)
Possiamo dire che 1 euro di incremento del reddito sarà destinato: 0,60 al consumo e 0,40 al risparmio. Si deduce che
c <1 e 1= c+s.  

È importante conoscere la propensione marginale al consumo nel nostro Paese, perché si può capire la tendenza che hanno gli italiani verso il consumo e il risparmio. Inoltre, si possono fare dei confronti con economie di altri Paesi.

È opportuno distinguere dal consumo  il consumo di sussistenza. Infatti, quest’ultimo non dipende dal reddito perché i soggetti economici, anche in presenza di un reddito pari a zero, sono indotti ad acquistare beni di consumo per garantirsi la sopravvivenza. Ciò avviene ricorrendo al risparmio negativo, ovvero indebitandosi o ricevendo sussidi/trasferimenti dello Stato. 

Per comprendere la dinamica della funzione del consumo in macroeconomia, si propone il seguente grafico (sull'asse delle ordinate il reddito e sull'asse delle ascisse il  consumo) che riprende i dati dalla precedente tabella:



Come possiamo notare, la pendenza della retta dipende dal valore della propensione marginale al consumo. Infatti, può aumentare o diminuire perché c < 1.

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