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Visualizzazione dei post da maggio, 2017

Il consumo delle famiglie

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La tradizione keynesiana pone, nel breve periodo, che il Pil effettivo dipende dalla domanda. Infatti, le imprese, prima di stabilire il loro ammontare di produzione, analizzano attentamente l’andamento della domanda  attesa. Se quest’ultima cresce, anche gli imprenditori sono disposti ad aumentare il loro volume di produzione e viceversa.  Per semplificare l’analisi economica, immaginiamo che il modello economico esula dall’operatore estero e il sistema economico opera in regime di economia chiusa. La formula della domanda è la seguente:  D = C+I+G. Le scelte degli imprenditori di aumentare sia la forza lavoro, sia il numero di impianti/macchinari dipende dall’incremento dei componenti della domanda.  A questo punto, si deve capire da che cosa dipendono i componenti  della domanda. Dopo, è necessario individuare le cause delle scelte dei consumatori, delle imprese e dello Stato . Tutto ciò, allo scopo di comprendere come si realizza, i...

Crescita e occupazione

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La tradizione keynesiana  parte dal presupposto che la domanda di lavoro è influenzata dalla domanda effettiva (la formula della domanda aggregata è: D = C+ I + G+ E-M). Per semplificare supponiamo di prendere in esame due componenti di essa: il consumo e gli investimenti. Immaginiamo di non coinvolgere l’operatore estero (ESPORTAZIONI - IMPORTAZIONI) e l’intervento dello Stato (G=spesa pubblica). Come risulta noto, la domanda di beni di consumo è pressoché stabile, invece la domanda di beni di investimento è molto instabile e sensibile ai cambiamenti. I fattori che influenzano quest’ultima sono: la variazione del saggio di interesse e le attese di profitto da parte delle imprese (saggio di rendimento futuro dell’investimento attualizzato a oggi, quello che Keynes chiama: “Saggio dell’efficienza marginale del capitale”). Che cosa comporta una bassa domanda effettiva, in un periodo di recessione, quando le aspettative delle imprese, in merito al saggio dei profitti, sono incert...